Scuola, circolari anche in arabo e cinese. Il Comune di Milano: aiutiamo gli immigrati

di Zita Dazzi
L’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, ha voluto varare per la prima volta nella storia telematica di Palazzo Marino una sezione specifica per i cittadini stranieri, visto che i loro figli rappresentano ormai un decimo degli 80mila studenti delle scuole materne, elementari e medie milanesi, con punte fino al 25 per cento in molti asili ed elementari
Chi dovesse fare un clic per sbaglio sul sito del Comune potrebbe pensare di avere le traveggole. Pagine e pagine scritte in caratteri cinesi e arabi, incomprensibili ai più. Sono le circolari dedicate alle famiglie straniere dai servizi educativi per l’infanzia, che in queste settimane — fra iscrizioni, graduatorie e mense scolastiche — sono fra le più frequentate dagli utenti nel portale www.comune.milano.it. L’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli, ha voluto varare per la prima volta nella storia telematica dell’amministrazione una sezione specifica per i cittadini stranieri, visto che i loro figli rappresentano ormai un decimo degli 80mila studenti delle scuole materne, elementari e medie milanesi, con punte fino al 25 per cento in molti asili ed elementari.Così i genitori degli alunni immigrati possono leggere l’esatta traduzione delle circolari in arabo, cinese, spagnolo e inglese, semplicemente cliccando nell’apposita sezione scuole per l’infanzia. Fine delle code interminabili davanti alle segreterie degli istituti per avere informazioni e chiarimenti, e fine al fiume di telefonate in Comune per cercare di venire a capo del complesso linguaggio burocratico di certe circolari. «Abbiamo voluto questa iniziativa per favorire l’integrazione e per facilitare l’accesso al servizio da parte di tutti, quindi anche delle famiglie immigrate residenti a Milano», spiega l’assessore Moioli. «Mettere i documenti online nelle lingue delle principali comunità straniere risponde anche alla volontà di responsabilizzare l’utenza che accede ai nostri servizi, siano i centri estivi nelle scuole, le mense o le colonie».Ovvio il riferimento anche alle delicate questioni dei pagamenti e delle quote di contribuzione per servizi costosi come le mense scolastiche, dove gli sconti e le tariffe meno care spettano a chi può dimostrare di avere un reddito basso certificato dalla dichiarazione Isee, il cosiddetto «redditometro», che valuta la situazione complessiva del patrimonio familiare. Campi dove è difficile orientarsi persino per gli italiani, figurarsi per gli immigrati. L’assessore segnala anche il problema dell’accessibilità delle informazioni: «Non per tutti è facile venire in Comune, per alcune donne straniere non è nemmeno facile uscire di casa. Speriamo con questa novità di facilitare soprattutto le mamme e rendere più trasparenti i rapporti col Comune».Una attenzione all’utenza immigrata lontana, anche nei toni, rispetto a un anno fa quando proprio l’assessorato della Moioli licenziò una circolare sulle iscrizioni alle materne dove era scritto che non potevano essere ammessi all’asilo i bambini figli di immigrati non in regola con i documenti del permesso di soggiorno e privi della residenza anagrafica. Una norma «anticlandestini» bocciata dalla magistratura, che oggi è stata tolta e sostituita con l’ammissione dei bambini che hanno la «dimora abituale a Milano». Il Comune con questo gesto si mette in linea con la scelta del cardinale Dionigi Tettamanzi, il primo a far tradurre nelle lingue straniere — arabo, ma anche urdu e tagallo — i messaggi di auguri per le famiglie distribuiti casa per casa dai parroci sotto Natale.

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