Milano, niente colonie estive ai figli degli immigrati irregolari


I bambini saranno separati dai compagni nelle attività estive, nonostante abbiano frequentato insieme le scuole elementari, perché una circolare di Palazzo marino non lo consente
di Zita Dazzi

Centri estivi nelle scuole a luglio e colonie al mare del Comune di Milano vietati ai figli degli immigrati irregolari. Lo stabilisce chiaro la circolare pubblicata sul sito Internet del Comune e lo ribadiscono gli uffici dell’assessore all’Educazione, Mariolina Moioli. Per partecipare al programma “Estate vacanza” servono il “ permesso di soggiorno in regola con la normativa vigente, la fotocopia del documento di identità e del codice fiscale dei genitori”. A differenza delle lezioni durante l’anno, che sono considerate scuola dell’obbligo e sono organizzate dallo Stato, le attività educative e ricreative offerte a luglio, agosto e settembre, nelle scuole e nelle altre strutture comunali, sono servizi facoltativi, integrativi, gestiti dal Comune. Quindi, paradossalmente, ci sono bimbi immigrati che vanno a scuola durante l’anno, ma che a luglio devono restare a casa.Sull’esclusione dei bimbi figli di clandestini o irregolari, l’anno scorso, Palazzo Marino aveva suscitato molte polemiche con la circolare sulle iscrizioni alle scuole materne. In quel caso la magistratura aveva imposto che i bambini irregolari venissero ammessi purché in grado di dimostrare “l’abituale dimora in città”. Per i centri estivi negati ai figli degli irregolari arriva la prima protesta ufficiale: quella del collegio docenti dell’istituto comprensivo Thouar-Gonzaga” (elementari via Brunacci, via Gentilino, via Vigevano, via Gorizia, medie di via Tabacchi e via Gorizia). “Presa visione della normativa del Comune — scrivono in un documento — gli insegnanti esprimono la loro profonda indignazione per la mancata tutela del diritto per i minori a godere di uguale trattamento e pari opportunità; denunciano la violazione del diritto di uguaglianza sancito dalla Costituzione; chiedono che tale normativa venga immediatamente modificata al fine di ristabilire le condizioni affinché a tutti gli alunni siano garantite pari possibilità di accesso». Nessun commento da parte dell’assessore Moioli.
(La Repubblica 13/06/2009)

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