18/11/2009 "Casa di proprietà, un sogno proibito"

Sono i primi a pagare il prezzo della crisi. Comprano case sempre più piccole, non oltre 70 metri quadrati, meglio se da ristrutturare. Per risparmiare si spostano fuori città, da Anzio a San Cesareo a Guidonia. E se non ottengono un mutuo si rassegnano a restare in affitto: gli stranieri non sono più il traino del mercato immobiliare romano. A dirlo sono i dati dell'istituto di ricerca Scenari immobiliari: dal 2006 a oggi, gli acquisti di casa da parte di immigrati sono calati del 35%. Il trend negativo è iniziato nel 2008: fino all'anno prima, le compravendite condotte da non italiani in provincia di Roma erano arrivate a sfiorare il 25%. Poi la crisi economica ha cambiato tutto: alla fine dell'anno scorso, il peso degli immigrati sul mercato era sceso di 5 punti percentuali, e per fine 2009 si attende un calo ulteriore. Anche se in numeri assoluti la capitale conserva il primato: nell'ultimo anno sono stati 8.900 gli appartamenti ceduti a stranieri, 3.300 solo nel Comune di Roma.«Le ragioni del calo sono diverse - spiega Fabrizio Albanese, legale del Sunia - . Intanto a Roma, nonostante la crisi economica, i prezzi sono scesi solo del 5-10%. Almeno in agenzia. Gli accordi arrivano a ribassi del 20-25%, ma solo in periferia e per alloggi molto grandi». Ecco perché continua la fuga dal centro: ormai due immigrati su tre comprano casa fuori città. Le mete più gettonate sono quelle del litorale: Ladispoli, Santa Marinella, Anzio, Pomezia. Mentre nell'hinterland spiccano a nord Guidonia, Mentana, Monterotondo; a est Fiano e San Cesareo. Fino a qualche anno fa gli stranieri preferivano case di recente costruzione, ed era in aumento la richiesta di villette a schiera, ma anche su questo la crisi ha avuto il suo effetto: oggi i più ambiti sono i rustici da ristrutturare. E se nei piccoli centri vanno forte le misure fra 60 e 75 metri quadri, chi compra in città sceglie mono-bilocali sempre più piccoli, per una spesa media intorno ai 115mila euro. Quanto ai Paesi di provenienza, la parte del leone la fanno i cittadini dell'Est europeo, che occupano il 43% del mercato (solo i romeni il 17%). Al secondo posto le comunità filippina e cinese, tra le più propense all'acquisto dell'abitazione anche perché radicate in Italia da più tempo. Poi indiani, bengalesi, cingalesi e pachistani, con il 19% delle compravendite.
«Gli stranieri - osserva Albanese - hanno tuttora più difficoltà degli italiani nell'accesso al credito. Anche se di recente diversi istituti bancari offrono mutui ad hoc, accessibili anche a chi ha contratti a termine. L'altra difficoltà è quella di orientarsi tra le offerte, confrontare tassi, procurare documenti: un mondo che, per chi parla poco la lingua, può rivelarsi una giungla vera e propria. Ecco perché, visti gli scarsi investimenti sull'edilizia sociale, molti stranieri sono condannati a restare in affitto. Dove però, insieme agli studenti, sono i più esposti ai contratti in nero».
Fonte: Repubblica.it

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