17/01/2010 "Sette giorni senza tv e videogiochi la sfida vinta da una scuola umbra"

Il progetto "Oltre lo schermo" lanciato da una mamma e fatto proprio dagli insegnanti
Coinvolti 41 ragazzi tra gli otto e gli 11 anni, 28 ce l'hanno fatta anche se con qualche difficoltà
Una settimana senza televisione e senza videogiochi. Agli alunni di una scuola di Trevi, in Umbria, questa bizzarra iniziativa proposta dalle insegnanti dell'Istituto, sarà sembrata una scommessa impossibile da vincere. Eppure ce l'hanno fatta, o almeno ce l'ha fatta la maggior parte.
Il progetto "Oltre lo Schermo" è nato per iniziativa di Giovanna Grieco, una giornalista umbra. Ma soprattutto una mamma. Una mamma attenta e consapevole del potere ipnotico della tv, che lascia al proprio figlio solo uno spicchio della giornata per seguire sullo schermo avventure e storie dei cartoni animati preferiti. Una scelta a favore di giochi, letture di fiabe, attività quasi del tutto trascurate a favore di ore e ore davanti alla scatola magica.
"In cambio del loro 'sacrificio' - racconta Giovanna Grieco - "abbiamo proposto ai bambini giochi ed attività da fare tutti insieme a scuola, letture in biblioteca, ma anche pomeriggi liberi per stare serenamente in famiglia con genitori e fratelli. Ponendo l'attenzione sullo stare insieme senza il rumore in sottofondo, continuo, che proviene dalla tv".
Già, perché nella maggior parte delle case degli italiani, la televisione è accesa anche durante i pasti; e in più, è collocata quasi in tutte le stanze. Una presenza forse ingombrante, di cui si pensa però di non poter fare a meno. A svantaggio dei più piccoli, che non sanno difendersi dai tanti, troppi stimoli a cui si viene sottoposti con la riproduzione meccanica di immagini e suoni a una velocità vuota di contenuti.
Il progetto è stato accolto quindi con vivo interesse dall'Istituto Comprensivo T. Valenti di Trevi (una scuola elementare e media), dalla dirigente scolastica Giovanna Carnevali, dall'assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Trevi, Stefania Moccoli e dal corpo docente, che ne condividevano le intenzioni e i valori alla base. In totale si sono sottoposti alla "prova" 41 bambini e ragazzi tra gli otto e gli 11 anni di due le classi (la terza elementare e la prima media): sette giorni senza guardare la televisione e senza giocare a nessun videogioco, niente Playstation, niente Wii e quant'altro. In 28 ce l'hanno fatta.
Hanno scoperto con sorpresa, che vivere senza - almeno limitare - le suggestioni deformanti provenienti dallo schermo, non solo è possibile ma anche piacevole. "Volevamo insegnare loro a recuperare i rapporti con i coetanei, con i genitori e con gli insegnanti", spiega l'ideatrice di "Oltre lo Schermo". Un'idea che sembrerebbe d'eco steineriana (la scuola chiamata "Libera Scuola Waldorf", fondata appunto da Rudolf Steiner nel 1919), dove ai bambini l'uso della televisione è proibito almeno fino ai sette anni di età.
La maestra. "Hanno tenuto anche un diario, che aggiornavano quotidianamente, di quest'esperienza" , ha detto lMaria Cristina Garofani, che insegna italiano e storia nella classe di terza elementare. "I bambini nella loro spontaneità hanno confessato anche difficoltà e cedimenti nell'impegno a privarsi della tv, ma alla fine erano soddisfatti. Non solo del risultato ottenuto, ma anche della scoperta di quanto fossero divertenti i 'diversivi' proposti da noi adulti: giochi, letture, la compagnia degli amichetti". Abitudini insomma, troppo spesso trascurate.
Quando le viene chiesto se l'esperimento sarà ripetuto, la maestra risponde che "Oltre lo Schermo" è stato "un progetto-pilota, ma vista la risposta ottenuta e i riscontri positivi dei protagonisti di questa storia, abbiamo in cantiere di riproporlo ancora ed estenderlo a tutta la scuola". "La sfida vera - aggiunge - semmai, sono i genitori degli alunni. Più restii ad accettare l'invito a tenere spenti gli schermi di casa e ad assumersi questo impegno".
La voce dei bambini. "Noi invece di vedere la tv - dicono all'unisono le gemelle Beatrice e Arianna Grisanti, otto anni - abbiamo cucinato con la mamma e ogni volta che papà provava ad accendere la tv andavamo a spegnerla. Ci siamo divertite molto!".
E ancora, Andrea Nocchi, anche lui otto anni: "Mi sono divertito a disegnare, invece di guardare la tv, e ho passato un bel pomeriggio con i miei amici in biblioteca e a scuola giocando con le mamme fino a quando è diventato buio: non ne ho sentito la mancanza".
Più difficoltà hanno incontrato i ragazzi più grandi della scuola superiore di primo grado: Riccardo Ricciola, 11 anni, ha confessato: "Ci sono riuscito poco perché il secondo giorno avevo un po' di tempo libero e non sapendo cosa fare ho giocato con il Nintendo: ma per poco tempo...".
Fonte:Repubblica.it

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