09/02/2010 "I bus extraurbani, le linee della paura"

ROMA (9 febbraio) - Le chiamano le «linee della paura». Quelle dove è un rischio salire non appena cala il sole, quelle i cui sedili sono sempre distrutti. Sono gli autobus che percorrono l'estrema periferia di Roma, la sua cintura orientale, quelli che viaggiano da Lunghezza a Grotte Celoni. Gestite dalla società Tevere Tpl coprono percorsi extraurbani e di periferie difficili come Tor Bella Monaca e la Prenestina oltre il Raccordo. Proprio su uno di questi bus, secondo il racconto di una donna etiope di 41 anni, il 31 gennauo sarebbe avvenuto uno stupro proprio da parte di un conducente. Ma su questi autobus spesso le vittime sono proprio gli autisti oggetto di aggressioni verbali e non. Ed i mezzi fanno le spese di atti vandalici. Sono gli stessi autisti spesso a temere per la loro incolumità, ad avere paura e a farsi il segno della croce prima di affrontare una corsa. Spesso chi lavora sulle «linee della paura», soprattutto di notte, lo fa perchè ha bisogno di lavorare. E a nulla servono le proteste e le telecamere, installate su nemmeno tutti i mezzi, che spesso non funzionano o vengono divelte. E allora succede che una donna venga spintonata da una banda di minorenni in pieno giorno, davanti a tutti, come è accaduto lo scorso luglio. Capita anche che una banda di ragazzini e ragazzine della zona prenda di mira l'autobus e gli scagli contro pietre o altri oggetti. Tanto che su una di queste linee, qualche anno fa, era intervenuta addirittura la questura, imponendo all'Atac di non far passare i mezzi per via don Primo Mazzolari (zona Ponte di Nona) a causa delle continue aggressioni.
Fonte:ilmessaggero.it

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