20-30/05/10 "Boishakhi Mela: Capodanno di Pace "

Boishakhi Mela: Capodanno di Pace
Dal 22 al 30 Maggio 2010
Parco Centocelle (via Casilina 706), Roma

Il Capodanno del Bengala, il Boishakhi Mela, segna per le popolazioni sud asiatiche il nuovo borsho, il nuovo anno di un calendario antico.
Le comunità ed associazioni immigrate del Bangladesh, India, Pakistan, Sri Lanka e Nepal, collaborano assieme per realizzare l’evento del Boishakhi Mela che, oltre a rappresentare una importante occasione di integrazione interetnica delle culture asiatiche presenti a Roma, è espressione della multiculturalità che caratterizza la realtà sociale della Capitale, divenuta mosaico di subculture. L’XI edizione ‘Boishakhi Mela: Capodanno di pace’ è dedicata alla campagna etica e sociale, volta a favorire la diversità culturale, l’economia sostenibile e i temi della convivenza pacifica tra i popoli.

CALENDARIO DELLE INIZIATIVE
Sabato 22 Maggio 2010
Il Capodanno dei bambini:
una giornata dedicata all’infanzia
Dom 23 Maggio 2010
Ore 20.30 Inagurazione
Ballo Maiyayashoda a cura del gruppo studio La Sapienza , Facoltà Studi Orientali.
Sezione Arte e Immagine
Area spettacoli (Tutti i giorni dalle 20.30 alle 23.30)
Attività artistiche che rispecchiano le principali tradizioni e i diversi panorami culturali del mondo, espressioni di civiltà millenarie. Avranno luogo esibizioni musicali e danze da diverse aree geografiche del mondo (Bangladesh, Cina, India, Latinoamerica, Senegal, Srilanka) e spettacoli dal palco a cura delle associazioni: Bangladesh in Italia, Comitato Immigrati in Italia, Dhuumcatu, Zonghua, gruppo studio La Sapienza , Facoltà Studi Orientali.
Area esposizioni (Permanente)
L’esposizione permanente riguarda la presenza di stand di artigianato locale sud asiatico e di degustazione di prodotti tipici, quali modalità primaria di interazione tra culture del passato nei nuovi scenari della modernità.
Sezione Spazi Interattivi
Area Laboratori Didattici e Giochi (Tutti i giorni ore 17.00)
“L’arte della decorazione del corpo”. A cura Associazione Bangladesh in Italia.
“Giochi dal Mondo. Il gioco come linguaggio universale”. A cura Associazione Prezzemolo
“Carrom e cricket per tutti”. A cura di UISP Comitato di Roma, Caracol Carrom Club, Associazione Piazza Vittorio Cricket Club.
“Arte e cucina sud asiatica”, a cura dell’Associazione Piazza Vittorio Cricket Cub.
Area dibattiti (ore 18.00)
25 e 28 Maggio 2010: “Razzismo, discriminazione ed esclusione sociale: proposte del mondo della cultura e dei movimenti per superare il rifiuto dell'altro". Due giorni a cura Università Sapienza di Roma e movimento antirazzista.
26 Maggio 2010: Seminario “Il turismo responsabile come strumento di cooperazione nelle aree colpite da conflitti”. A cura TAM Tutto un Altro Mondo.
29 Maggio ore 17.00: Assemblea per i diritti degli immigrati. A cura del Comitato Immigrati in Italia
Sezione Spazio Diritto
Lo stand ospiterà lo sportello S.O.S.- Pronto intervento legale, promosso in collaborazione con il Municipio I, e il “Comitato Sing Mohinder per la tutela dei familiari della vittime del lavoratore straniero”. A cura di Progetto Diritti e Dhuumcatu.

Info:
Associazione Dhuumcatu,
tel. 0644361830, 3291695104, 3398127020,
www.dhuumcatu.org.

22/05/10 "Nuova Ostia, allarme della Asl «Ci sono almeno due bulli per classe»"

Dopo l'episodio alla media "Guttuso" gli psicologi temono un'escalation
OSTIA (22 maggio) - A Nuova Ostia un ragazzino su dieci ha la vocazione del ”bullo”. Femminucce incluse. E i professori, di fronte a questa prepotenza ignorata se non appoggiata dai genitori, si sentono come in trincea.Allarma il dato degli psicologi della Asl impegnati nel progetto di contrasto alla violenza adolescenziale. Da più di un anno l’azienda sanitaria Roma D ha messo in piedi un team di psicologi ed un centro per il trattamento dell’abuso giovanile, strumenti mirati al contrasto del fenomeno del bullismo. Ed emerge che nell’area di Ostia Ponente mediamente in ogni classe ci sono un paio di questi ragazzi difficili.La scuola media “Guttuso” di via Fasan è stata il teatro dell’atto di bullismo di una ragazzina di tredici anni rimproverata da un’insegnante a sua volta aggredita dalla madre e dalla sorella. Le due donne sono state arrestate insieme al fratello della signora ed a un altro figlio, entrambi pregiudicati, che hanno reagito con violenza contro i carabinieri.Fabrizio Brauzzi, psicologo che conduce lo studio sul bullismo insieme ai Servizi Territoriali per la Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione in Età Evolutiva, ribadisce il disagio della zona. «Purtroppo è un lavoro complicato sottolinea perchè bisogna intervenire su tutto il contesto per arginare il fenomeno. C’è un rischio reale di escalation rispetto alla già preoccupante situazione che presenta una media di due soggetti violenti per classe. Il pericolo è che il livello di conflitto aumenti».I dirigenti della scuola in cui è avvenuto l’episodio non vogliono commentare. Rimandano ogni appuntamento a qualche giorno di distanza. Il clima, però, è teso. «Abbiamo paura, ci sentiamo soli contro la prepotenza - sussurra una professoressa della “Amendola-Guttuso” Non è la prima volta che un genitore aggredisce gli insegnanti per difendere a priori il proprio ragazzo, anche davanti a responsabilità evidenti. E le loro minacce non aiutano a lavorare serenamente».«La verità aggiunge Marco Noli, assistente sociale impegnato da decenni a Nuova Ostia è che il legame tra scuola e quartiere si è rotto da tempo: quell’aggressione all’insegnante è senz’altro da condannare ma il territorio non riconosce più ormai il ruolo formativo ed educativo dell’istituto scolastico. Non si lavora più sulla prevenzione, non si agisce per contrastare la povertà culturale del tessuto sociale della zona».«Fino a qualche anno fa ricorda Ornella Bergamini, dirigente scolastica per oltre 40 anni a Ostia sulle aree a rischio di devianza, com’è stata per lungo tempo la Nuova Ostia, si investivano fondi per progetti mirati. Si operava su parametri precisi: alto tasso di delinquenza, presenza di genitori alle prese con droga, prostituzione o alcolismo, detenzione di un familiare. Bene, quei problemi sono rimasti ma i tagli economici hanno fatto svanire ogni tentativo di azione a sostegno del ruolo di agenzia educativa della scuola».«Il problema, come si vede, non è solo quello di educare gli studenti ma anche di intervenire sulle famiglie ribatte l’assessore municipale alla Scuola, Lodovico Pace Stiamo lavorando per riqualificare tutto il quartiere, sia sotto il profilo urbanistico che dei servizi». «Non è così contesta Sabrina Giacobbi del comitato di quartiere Le iniziative esistenti, come per esempio lo skate-park o il giardino di piazza Gasparri, sono il frutto delle conquiste di chi ci abita. Nuova Ostia è stata abbandonata, sia riguardo alla scuola che al resto. Ed il risultato è l’esplosione di violenza che non può certo essere giustificata ma che ha le sue radici in un disagio profondo».
Fonte:ilmessaggero.it

21/05/10 "Gli insegnanti: "Nelle classi come in trincea"


"Abbiamo ripreso una studentessa per come vestiva e siamo stati minacciati". Allarme e preoccupazione tra i professori della media Guttuso, dopo l'aggressione a un'insegnante da parte della madre di una alunna che era stata ripresa. Il preside: "Provvedimenti? Dobbiamo ancora valutare cos´è successo"
Ci sentiamo abbandonati, disarmati e abbandonati». Parla con un filo di voce uno degli insegnanti della scuola media Renato Guttuso, in via Marino Fasan all´estrema periferia di Ostia dove una professoressa è stata minacciata e insultata dai familiari di un´allieva che aveva rimproverato. «Quello che è accaduto alla nostra collega non mi meraviglia – dice il prof - è solo uno degli ultimi episodi. Noi cerchiamo e vogliamo istruire e guidare i nostri ragazzi, ma sempre più spesso è l´ambiente in cui vivono che dà loro il cattivo esempio. Diventa molto più difficile intervenire. Insegnare in queste condizioni diventa impossibile. Facciamo quello che possiamo». L´aria è tesa all´interno dell´istituto che si trova proprio alle spalle dell´Idroscalo, la zona in cui fu ucciso Pier Paolo Pasolini fatta di baracche, poveri edifici, solo in parte bonificati qualche mese fa. Intorno alla scuola invece ci sono tante palazzine di cemento, non ci sono spazi pubblici per i ragazzi. Nessun luogo di incontro nella "periferia della periferia" come l´ha definita ieri un ragazzino che frequenta lo stesso istituto «questa è una zona dove si imparano prima le regole della strada e poi quelle della scuola».C´è apprensione e paura tra i docenti della Guttuso: «Lavoro con i ragazzi del litorale dal 1990», spiega un´insegnante di seconda media, «e anche se ho avuto tante soddisfazioni mi sono trovata davanti situazioni spiacevoli. Ero con una collega quando ho ripreso una ragazza perché i pantaloni che indossava non erano adeguati. Abbiamo preso da parte l´alunna durante la ricreazione e le abbiamo detto che non poteva venire a lezione vestita in quel modo. Il giorno dopo la madre è venuta a cercare me e la mia collega. Prima ci ha aggredito verbalmente accusandoci di aver emarginato la figlia, di averla offesa senza motivo, e poi ha iniziato a insultarci». La prof si ferma e poi, turbata, riprende: «La situazione non è degenerata grazie all´intervento di altri colleghi che erano lì e hanno allontanato la donna. Ci siamo spaventate soprattutto perché continuava a ripeterci che ci avrebbe "mandato" il marito, siamo state costrette, per tutelarci, a denunciarla».Il dirigente scolastico, Lamberto Menenti deve correre ai ripari: «Siamo preoccupati per questa storia ma dobbiamo prima capire bene cosa è accaduto. Per ora ho parlato brevemente con l´insegnante, e comunque non parlerei di aggressione anche se siamo consapevoli che la situazione della scuola non è facile. Ad ogni modo quello che è accaduto qui poteva accadere ovunque. Io lavoro in questo istituto da appena un anno e in questo periodo non ho mai saputo di altri episodi analoghi. Per questo cercheremo di valutare i fatti prima di prendere delle decisioni».
Fonte:repubblica.it

"Prof rimprovera alunna. Aggredita dalla madre"

La studentessa aveva insultato una compagna. La donna ha atteso la docente all'uscita. Ha continuato a urlare all'arrivo dei carabinieri
Un semplice rimprovero da parte di una professoressa nei confronti di un'alunna, di una scuola media di Ostia, sul litorale romano, ha scatenato l'ira della madre che, probabilmente avvisata al cellulare dalla figlia, ha atteso la docente all'uscita da scuola e l'ha aggredita.L'arrivo sul posto dei carabinieri dell'Aliquota Radiomobile della Compagnia di Ostia, chiamati dalla scuola, ha ulteriormente infiammato gli animi: la mamma, 40 anni, aiutata da un'altra figlia, di 20 anni, ha insultato, minacciato e strattonato i militari rifiutando di placarsi. In caserma, dove le due donne sono state portate dopo l'arresto, sono poi arrivati altri due familiari: un altro figlio di 18 anni e un pregiudicato, fratello, 38enne, della madre dell'alunna rimproverata. I due pretendendo spiegazioni sul fermo delle parenti, hanno cominciato ad urlare e insultare i carabinieri. Ai vari inviti alla calma i due hanno risposto, anche loro, opponendo resistenza e violenza nei confronti dei militari. Alla fine tutti e quattro, residenti dalle parti di piazza Gasparri, sono stati arrestati e si trovano ora nel carcere di Rebibbia le donne e Regina Coeli gli uomini.All'origine del rimprovero della professoressa pare ci sia stato un comportamento offensivo da parte dell'alunna nei confronti di una compagna di classe.
Fonte:repubblica.it

22/05/10 "Junior Cricket Trophy"

Da Adnkronos
Cinema: arriva in sala 'Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio
Roma, 6 mag. - (Adnkronos/Cinematografo.it) - ''Non credo ci sia una xenofobia che si stia palesando con particolare virulenza: semplicemente oggi emergono dei nodi irrisolti. Gli italiani vivono in una specie di stato di laissez faire in cui ognuno si regola come meglio crede, e questo genera una grande ostilita' interpersonale, che non riguarda solo gli stranieri''. E' dunque la combinazione letale di novita', egoismo e scarso senso civico a gravare sul problema dell'immigrazione secondo Isotta Toso, regista e cosceneggiatrice di ''Scontro di civilta' per un ascensore a Piazza Vittorio''.

Il film, adattamento dell'omonimo successo editoriale di qualche anno fa firmato da Amara Lakhous, uscira' nelle sale il prossimo 14 maggio per Bolero con non piu' di una decina di copie, distribuite soprattutto nella citta' di Roma.

La storia e' infatti ambientata nell'amalgama multiculturale del quartiere Esquilino, qui teatro di forti attriti non solo tra italiani e stranieri, ma anche tra romanisti e laziali, romani e milanesi, vecchi e giovani e tante alte conflittualita' latenti, a sottolineare come la diversita' e le tensioni non nascano solo dal colore della pelle o da un passaporto.

"Ospedale San Gallicano Carta dei Servizi 2010"

Ospedale San Gallicano
Via delle Fratte di Trastevere 52 - Roma
Centro di Riferimento Regionaledell'INMP, è ora aperto anche il Sabato e la Domenica.
L'iniziativa, nata per venire sempre più incontro ai bisogni della città,parte in via sperimentale nei week-end 8-9 Maggio e 15-16 Maggio per leseguenti attività:
Dermatologia,
Infettivologia,
Medicina interna,
Analisicliniche.
Saranno presenti anche i Mediatori Culturali per garantirel'attività di intermediazione ed interpretariato sociale a favore deisoggetti vulnerabili e/o a rischio di emarginazione.
l'INMP è aperto a tutte le persone che abbiano problemi di salute, italiani e migranti, persone senza fissa dimora,nomadi, soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque privi diassistenza sanitaria.
L'accesso alle prestazioni socio-sanitarie si effettua da Lunedì a Domenica mattina (08h-11h) e nei pomeriggi di Martedì, Mercoledì e Giovedì (14h-17h).
Alle prestazioni si accede direttamente, senza prenotazione ed anche nei casi in cui non si ha l'impegnativa del medico. Inoltre la struttura rilascia, ai migranti aventi diritto, il Codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) ed il Codice ENI (Europeo Non Iscritto).
Per Info

08/05/10 "Una città a misura dei bambini 2010"


SABATO 8 MAGGIO
NON PRENDERE IMPEGNI


I CORTILI DELLE SCUOLE "RUGGERO BONGHI" E "FEDERICO DI DONATO" E L'INTERA VIA BIXIO CHIUSA AL TRAFFICO, SONO A TUA DISPOSIZIONE PER TORNEI DI MINIBASKET MASCHILI E FEMMINILI GARE SU PISTA DI ATLETICA PARTITE DI MINIVOLLEY E PALLAVOLO SFIDE DI TENNISTAVOLO PRANZO CONVIVIALE OFFERTO DALLE MENSE SCOLASTICHE TANTI GIOCHI DI GRUPPO BASKET 3 c 3 PER OGNI ETA' APPETITOSA GASTRONOMIA ETNICA DANZE POPOLARI CON IL CEMEA DEL LAZIO LE FANTASTICHE EVOLUZIONI E LE SCHIACCIATE DEI DAMOVE PESCA CON RICCHISSIMI PREMI FAMOSI OSPITI E PERSONAGGI DELLO SPORT ESIBIZIONE DELLA "YOUNG PIAZZA VITTORIO ORCHESTRA" BOOK CROSSING, PER SCAMBIARE I LIBRI PIU' INTERESSANTI I GUSTOSI SORBETTI OFFERTI DALLA GELATERIA FASSI LE MAGLIETTE OFFERTE DALLE ASSOCIAZIONI ORGANIZZATRICI
TI ASPETTIAMO PER UNA GIORNATA
DI FESTA E DI RIFLESSIONE

NEL RICORDO DI MARK E LAVINIA.
NON MANCARE !!!!
IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE

Ore 9:00 Appuntamento nel cortile della Scuola “Di Donato” via Bixio 83-85.
Ore 9:30 Inizio maxipartita 3contro3 per bambini e ragazzi con i campioni dello sport. In Via Bixio giochi e sport di strada.
Ore 10:00 Scuola Di Donato e Scuola Bonghi: Torneo di minibasket maschile e femminile - prima e seconda semifinale.
Ore 12.00 Scuola Di Donato: Saluto delle istituzioni, giochi e spettacoli, break-dance.
Ore 13:00 Scuola Di Donato: pranzo conviviale offerto dalle mense delle scuole.
Ore 14:00 Piccolo Coro di Piazza Vittorio, esibizione di Capoeira.
Ore 15:00 Torneo di minibasket: finali 3°/4° posto e 1°/2° posto.
Giochi e spettacoli con i DaMove.
Ore 17:00 Premiazioni tornei di minibasket maschile e femminile.
Ore 17.30 Gelato per tutti.
Ore 18.00 Danze Popolari con il Cemea del Lazio.
Ed ancora da mattina a sera: Pesca, Laboratori, Spazio baby, Giocolieri, Spettacoli, Karaoke, Proiezioni e Gastronomia da tutto il mondo. Lib(e)ro Baratto (Progetto Biblioteca IC Manin).
Ad ogni bambino sarà regalata una t-shirt con il logo della manifestazione.
Tutte le attività, il pranzo e il gelato sono gratuite

10/05/10 "Moratti: "Clandestini senza lavoro delinquono"

Il sindaco di Milano interviene a un convegno all'Università Cattolica intitolato "Per un'integrazione possibile": "Il reato di clandestinità va assorbito in altre fattispecie di reato". Diffuso uno studio del Viminale sulle possibili tensioni nelle città
MILANO - "I clandestini che non hanno un lavoro regolare normalmente delinquono". Lo ha affermato il sindaco di Milano, Letizia Moratti, intervenendo al convegno all'Università Cattolica "Per un'integrazione possibile". "La clandestinità è un reato - ha detto - un clandestino colto in flagranza non può essere esplulso se ha altri processi in corso. Per rendere efficace il reato di clandestinità occorre assorbirlo in altre fattispecie di reato" così si rende effettiva l'espulsione. Letizia Moratti ha fatto anche un accenno al caso di Via Padova, quartiere multietnico infiammato da una sommossa di immigrati: "Casi come via Padova - ha affermato - a Milano ci sono e ci possono essere anche in altre situazioni".Il sindaco di Milano, poi, ha sottolineato che le politiche del Comune in merito all'integrazione sono basate sul principio dell'accoglienza nella legalità e nel rispetto delle leggi. "Noi sosteniamo - ha detto - tutti gli stranieri regolari che intendono avviare percorsi di integrazione".Ai giornalisti che al termine del suo intervento hanno chiesto chiarimenti, la Moratti ha risposto: "Io non ho detto che chi è clandestino è criminale - ha precisato - ho fatto presente che il Comune di Milano sta portando avanti una politica fatta di assistenza, solidarietà, integrazione, con tantissimi fondi dedicati a questo percorso di sostegno e aiuto a chi nel nostro Paese ha scelto di vivere in maniera regolare".Anche a Roberto Maroni, presente al convegno, è stato chiesto un commento alle parole del sindaco, ma per il ministro dell'Interno non c'è stata nessuna equazione clandestini-criminali: "Non ha detto questo, ha detto un'altra cosa. Mi pare che non sia propriamente questa equazione".
Nelle città italiane, secondo una ricerca condotta dall'università Cattolica su commissione del ministero dell'Interno, potrebbero avvenire disordini simili a quelli che si sono verificati nelle banlieue parigine qualche anno fa. La ricerca, come ha spiegato il ministro Roberto Maroni, dice "chiaramente che ci sono dei rischi anche nelle nostre città che avvenga ciò che è avvenuto nelle banlieue parigine. È per questo che è importante avere effettuato questa ricerca. È utile perché dà dei suggerimenti su cosa fare per prevenire questi rischi".Su questo importante argomento, il ministro ha rivolto un appello all'Anci affinché partecipi all'asse università-ministero. Le azioni per prevenire i rischi "coinvolgono il governo - ha aggiunto Maroni - il ministero dell'Interno e soprattutto il mondo delle autonomie locali. Per questo ho proposto di continuare questa collaborazione tra ministero e Università Cattolica e di aprirla alla partecipazione dell'Anci. Se ciò avverrà, mettendo assieme gli sforzi di tutti, credo che riusciremo a definire un modello di intervento italiano di eccellenza nella gestione dei processi di integrazione dei cittadini stranieri". Il coinvolgimento degli enti locali, infatti, è fondamentale in quanto sono loro ad avere poteri di intervento contro il degrado e lo sfruttamento. I sindaci, per esempio, hanno il potere di confiscare gli appartamenti locali senza contratto. Come ha sottolineato Maroni, non ci può essere sicurezza senza integrazione e viceversa. "Si tratta di un binomio inscindibile - ha precisato - che però deve vedere l'azione congiunta del ministero dell'Interno, delle forze dell'ordine e di chi ha il compito di investire nelle politiche sociali, cioè il mondo delle autonomie".Al convegno presso l'Università Cattolica era atteso anche il sindaco di Torino e presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, che però è stato impossibilitato a partecipare. Al suo posto era presente l'assessore delegato.Poi, Maroni ha fatto un riferimento a una recente ricerca di un'università di Milano dalla quale emerge che la città che viene percepita come quella che integra meglio gli stranieri è Verona: "A Verona il rigore contro l'immigrazione clandestina è massimo - ha detto il ministro -. Rispetto delle regole e rigore significa anche possibilità di integrare meglio". Infine, il ministro dell’Interno ha insistito sull'importanza di mettere sotto la lente di ingrandimento le iniziative di integrazione effettuate dal ministero, che ha a disposizione 500 milioni di euro per finanziare questo tipo di progetti. Sulla necessità di mettere in atto progetti per l'integrazione ha concentrato l'attenzione anche il presidente del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, monsignor Antonio Maria Vegliò: "In un Paese come l'Italia, che ormai conta un buon numero di immigrati e si confronta con una forte pressione immigratoria - ha detto - è sempre più urgente l'attuazione di progetti per l'integrazione". "I tristi fatti di via Padova, così come altre vicende, accadute in Italia negli ultimi mesi - ha aggiunto il prelato - pongono grandi interrogativi sulla gestione dell'immigrazione in zone periferiche già a rischio". L'esponente vaticano ha anche sottolineato l'importanza della scuola che "deve partecipare alla ricerca di soluzione dei problemi umani più urgenti e, dunque, è importante investire nella ricerca e nell'insegnamento sui temi riguardanti, per esempio, la democrazia, i diritti umani, la pace, l'ambiente, la cooperazione e la comprensione internazionale, la lotta alla povertà, il dialogo interreligioso e tutte le questioni connesse allo sviluppo sostenibile". "Ma - ha proseguito Vegliò - sono importanti anche nuovi investimenti sul tema della cittadinanza e della partecipazione, sulla preparazione di educatori, sulla mediazione culturale e su quella sociale. Vi è necessità di una nuova politica fiscale, della casa, dell'accompagnamento e della sicurezza sociale, della tutela della salute e della vita di tutti".
Fonte:repubblica.it

11/05/10 "Performance di foto-teatro"

Street Work – Adolescenti tra nuovi benesseri e vecchi disagi
e Associazione culturale FuoriConTesto
presentano
Performance di foto-teatro
Martedì 11 maggio 2010 - ore 11.30
presso Istituto Statale d'Arte e Liceo Artistico Roma 2
Roma - Via del Frantoio, 4
Giunge al termine l’esperienza di foto-teatro che ha coinvolto gli studenti e le studentesse dell’Istituto Statale per i Servizi Sociali “Sibilla Aleramo” di Roma.
La performance “Alla ricerca della felicità”, frutto del lavoro svolto nella IV C, attraversa il confine scolastico e accompagna lo spettatore nella prospettiva futura degli stessi protagonisti, per interrogarsi sul senso della felicità.
I ragazzi hanno riflettuto, si sono confrontati e, attraverso lo strumento della fotografia, hanno iniziato a comporre le loro storie per metterle in scena in una sorta di foto racconto animato.
Inoltre è prevista la replica della performance "Niente è come sembra", andata in scena per la prima volta a dicembre, nella stessa scuola con i ragazzi della IIIB, e racconta della scuola percepita come luogo d’ incontro e di crescita, tra denunce e speranze.
E anche se niente è come sembra … il desiderio è di poter vivere in una scuola più bella.
Info
info@lacartaccia.it

05/05/10 "Riprendere a imparare, riprendere a educare"


03/05/10 "San Quirico, il paese degli over 85 sulle colline senesi si invecchia meglio"

In Val d'Orcia in 8 anni 40% di anziani in più. "Sevono lavorare. Se non hanno un orto di proprietà, ci pensa il Comune" . "Qui non esiste una casa di riposo. Ma l'assistenza domiciliare è organizzatissima"
SAN QUIRICO D'ORCIA (SIENA) - Inutile cercare. Nel paese dei vecchi - le signore e i signori con più di 85 anni dal 2002 ad oggi sono cresciuti del 40% - non c'è nemmeno un "posto dei vecchi". Non esiste un centro anziani, non c'è una casa di riposo. In piazza Libertà, alle 11 del mattino, ci sono due anziani che prendono il sole ma anche due mamme con quattro bambini. "Un ospizio per i nonni? Ma siamo matti?". Il sindaco, Roberto Rappuoli, quasi si arrabbia. "Lo sappiamo tutti che il "ricovero" è una disgrazia. Ci sono vecchi che se li porti lì muoiono in due giorni. Gli anziani stanno bene a casa loro e in mezzo agli amici. Gli anziani hanno bisogno di lavorare. Tanti hanno l'orto e il pollaio appena fuori paese. Chi non ce l'ha, viene in Comune e lo chiede a noi". Sulle colline senesi si vive in un'Italia diversa. Qui i vecchi non sono costretti a vivere in un supermercato per stare al caldo o al fresco, non stanno chiusi in condomini di periferia a guardare le finestre di altri condomini. La casa di riposo, qui, non è una "speranza" ma un pericolo da evitare. Nel paese dove i vecchi non hanno nessun posto riservato, se vuoi restare in forma non vai in palestra ma puoi affittare (gratuitamente) un orto sotto le mura o anche un paio dei 250 olivi di proprietà comunale. "Gli anziani - dice il sindaco - non debbono andare al bar a fare gli sfaccendati. Con un orto e un olivo hanno da lavorare tutto l'anno. Potano, seminano, raccolgono, vanno al frantoio e alla fine si mangiano la loro insalata condita con il loro olio e invitano a cena i figli o gli amici. Non si sentono inutili. E questo secondo noi è il segreto per vivere bene anche gli ultimi anni".
Il posto è speciale. San Quirico è al centro del parco della Val d'Orcia che per la sua bellezza è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Il bicchiere di vino al bar Centrale è un Brunello, il "giardinetto" del paese è stato disegnato nel '500 da Diomede Leoni, allievo di Michelangelo e a vedere questi "Horti Leonini" arrivano turisti anche dalla Finlandia. Sembra davvero di essere in un "paese dei vecchi felici" che per fortuna è circondato da tanti altri paesi dove essere anziani non è una disgrazia: in Toscana, negli ultimi quattro anni, sono stati contati trentamila ottantenni in più. Oggi quelli che hanno compiuto quattro volte i vent'anni sono 260.000, con una percentuale del 7% contro una media nazionale del 5,6. Ma in provincia di Siena gli ultra ottantenni sono l'8%. Qui a San Quirico, in particolare, nel 2002 si contavano 88 ottantacinquenni mentre ora sono 123."La nostra scelta - dice l'assessore Cristiano Pellegrini - è semplice: dare una mano a chi è ancora in gamba, con tante proposte per riempirgli la giornata. E poi aiutare, ancora di più, chi comincia ad avere qualche problema". Difficile trovare giornate vuote, in questo paese ancora circondato dalle antiche mura.
Già si prepara la Festa del Barbarossa (qui Federico incontrò i messi di papa Adriano IV) per la terza domenica di giugno. I quattro quartieri di Canneto, Borgo, Prato e Castello si sfideranno nel tiro con l'arco e con gare di sbandieratori. Gli anziani monteranno cucine e tavoli e soprattutto sceglieranno il vino giusto. Ci saranno cene preparatorie per raccogliere fondi, cene nella sera della festa e poi cene di vittoria e anche di consolazione. "Gli anziani - dice l'assessore - sono impegnati non solo nei giorni di festa. Il Comune ha preparato una convenzione con i 130 volontari dell'Auser e questi controllano i bambini che entrano o escono da scuola, sorvegliano parchi e giardini e vanno a fare la spesa per gli altri anziani che hanno problemi".Quando le forze vengono meno, trovi qualcuno che ti sorregge. "A 30 anziani consegniamo il pasto a domicilio. Per 12 persone c'è l'assistenza domiciliare leggera: per tre ore al giorno arriva l'aiuto di una persona che fa le pulizie, accompagna dal medico o al bar, per una passeggiata. Gli anziani in Rsa, come si chiama oggi la casa di riposo, sono quattro, ospiti nei comuni di Montalcino e Asciano. Anche noi ci siamo posti il problema di assistere chi non riesce più a vivere in casa sua. Abbiamo avviato i lavori per il "Condominio solidale" - sarà pronto in due anni, con una spesa di 2,3 milioni - con 13 appartamentini di trenta metri quadri. Ci saranno l'ambulatorio e la lavanderia, l'infermiere e anche un centro diurno, aperto a tutti, con una grande cucina. Non offriamo una stanza e un bagno ma una piccola casa dove porti i tuoi mobili e puoi invitare a cena i figli. Ci saranno anche sei appartamenti per le giovani coppie, così il condominio non sarà una moderna casa di riposo". Imo Cesari, classe 1924, ha appena ricevuto il pasto del Comune a casa. "Pastasciutta, fettina, verdura, frutta... Non mi lamento. Quando ero bimbo io, nemmeno mi immaginavo uno della mia età, 86 anni. Adesso tutti dicono che la vita degli anziani è migliore: io dico che è più lunga e che bisogna darsi da fare per affrontarla nel modo migliore. Io ho sempre fatto il muratore e mi sono occupato anche della vita degli altri. Per vent'anni ho fatto il consigliere e l'assessore. Ma certe cose che interessano i vecchi le capisci solo quando anche tu sei vecchio: ci sono ad esempio le panchine con l'avvallamento, che ti siedi e non riesci più ad alzarti... Bisogna abolirle. Ci sono quelle lettere e quelle bollette che arrivano a casa e che a una certa età ti spaventano perché non le capisci. Ci vuole un ufficio in Comune dove andare e farsi spiegare. Andrò a parlare con questi giovani amministratori".L'edificio più importante del paese - 2.769 abitanti - è un palazzo in pietra, sede della Pia associazione Misericordia. Qui trovi sempre i due medici di base e una volta la settimana gli specialisti. A disposizione ci sono l'otorino, l'agopuntore, l'angiologo, l'ortopedico, il nutrizionista, l'oculista, il dentista, il fisioterapista, il cardiologo... "I professionisti usano gli ambulatori della Misericordia - dice il vice governatore dell'associazione, Mario Cingottini - e così fanno prezzi più bassi, dal 30 al 50% in meno. Chi ha bisogno di un trasporto all'ospedale di Siena, per un ricovero o una visita, può contare su di noi: con l'ambulanza o il furgone, nel 2009 abbiamo fatto quasi mille trasporti". Davanti all'ambulatorio del dottor Andrea Martellini, medico di base, come ogni giorno c'è la fila. "I miei pazienti - dice - sono un poco strani. Da una parte ci sono quelli che stanno sempre bene e li vedi alle 6 del mattino prendere il caffè al bar prima di andare in cantiere anche se hanno 80 anni. Altro che semolino: questi si fanno i "pici" al sugo e poi la bistecca e se non vanno al cantiere vanno all'orto, ai polli, alle passeggiate... Ci sono poi quelli che sono sempre qui e ti chiedono l'esame del sangue anche se l'hanno fatto un mese fa e vogliono la Tac al cervello perché la zia vent'anni fa ha avuto l'ictus e non si sa mai. E non sono contenti se non gli ordini una boccettina di vitamine che non serve a nulla perché basterebbe un po' di frutta. La pagano venti euro in farmacia ma proprio non ne fanno a meno. La presenza degli ultra ottantenni è davvero un miracolo. Trent'anni fa, quando ho cominciato a fare il medico, i "vecchi" erano quelli di 60 - 70 anni. Ora il mondo si è spostato in avanti di vent'anni e il merito è dell'aria buona, del buon cibo e soprattutto della medicina. Anche quelli che si sentono bene, quando arrivano a una certa età, si guardano attorno, leggono i nomi dei loro coetanei nei necrologi e allora vengono qui e chiedono una serie infinita di esami e controlli. Si campa di più, si sta anche meglio, ma la paura di morire ancora non è stata sconfitta".Nel pomeriggio, nessun anziano in piazza Libertà. "Ci sono i trapianti da fare", spiega Mario, 75 anni, nel suo orto oltre le mura. "Le piantine costano tanto ma almeno sai cosa mangi e ti passi il tempo". Per gli olivi è tempo di potatura e tutti vogliono l'olivo più curato sperando nell'olio più buono. Al venerdì mattina, alle 9,30, c'è un nuovo servizio: il trasporto al cimitero. "Ma che ha capito? Non è certo quello definitivo", dice il vice governatore della Misericordia. "Il cimitero è lontano dal paese e allora abbiamo messo a disposizione un furgone. E nemmeno questo è un servizio riservato agli anziani. Anche un giovanotto può prendersi una storta al piede. E noi non si chiede certo la carta d'identità".
Fonte:Repubblica.it