22/06/11 "MaTeMù, un’isola felice nel cuore dell’Esquilino"

Corsi di musica, danza, giocoleria e decorazione. Questo e altro ancora è il Centro di aggregazione giovanile MaTeMù, un esperimento unico nel suo genere che insegna l’integrazione e la tolleranza offrendo a ragazzi di tutti i “colori” la possibilità di crescere insieme e sviluppare la propria creatività.
Se, passando dalle parti di viale Manzoni, notate ragazze e ragazzi di tutti i “colori” che, in piccoli gruppi, camminano in direzione di Porta Maggiore, sappiate che molto probabilmente si stanno dirigendo al MaTeMù. La loro meta è il grande palazzo rosa che si trova proprio all’inizio di via Vittorio Amedeo II, al numero 14. All’esterno sembra un edificio uguale a tutti gli altri. Ma basta poco per capire che invece è un luogo speciale, dove l’integrazione comincia già dalle targhette del citofono: un Centro anziani, uno per la famiglia, uno per i malati di Alzheimer convivono pacificamente con gli uffici della Polizia municipale. E, per l’appunto, con il Centro di aggregazione giovanile MaTeMù, una piccola isola felice gestita dal Cies, un’ong che dal 1983 si occupa di mediazione linguistico-culturale e fa progetti per aiutare giovani e adolescenti a rischio di dispersione scolastica e con situazioni di disagio sociale. Al MaTeMù (così chiamato in ricordo di Maria Teresa Mungo, pedagogista e socia fondatrice del Cies) ogni pomeriggio passano almeno un centinaio di ragazzi. Hanno dagli 11 ai 22 anni e alle spalle storie molto diverse. C’è Liliana, che è bionda e italianissima, e viene “solo per stare seduta a parlare con i miei amici”. C’è Hakim, che invece viene dall’Afghanistan e da sei mesi passa qui quasi tutti i pomeriggi, perché al MaTeMù, oltre agli amici, ha trovato qualcuno che lo aiuta con i compiti e gli insegna a parlare italiano. Il suo sogno è di riuscire a impararlo così bene da poter cantare rap. Come fa Joel, che ha quasi 18 anni, viene dall’Ecuador e ormai è diventato un assiduo frequentatore della sala di registrazione. Suona la batteria, ma all’occorrenza canta anche nella Matemusik Band e, quando ne ha voglia, balla un po’ di bachata e reggaeton insieme agli altri.
Le regole sono poche e chiare: bisogna iscriversi al Centro, ovviamente con l’assenso dei genitori, garantire un minimo di continuità e avere rispetto per cose e persone che vi stanno dentro. Per il resto ciascuno ha la libertà di fare quello che gli pare. Senza pagare alcunché. Giocare a ping pong, navigare su internet, provare e registrare le proprie canzoni in una sala attrezzata, seguire uno dei tanti corsi e laboratori (di musica, djing, giocoleria, danza, teatro e decorazione), giocare a carte sui divanetti o mettersi a ballare hip hop, break dance o qualsiasi altra cosa in una delle stanze libere. “Per quanto possibile - spiega il coordinatore degli educatori, Gianluca Tomei - cerchiamo di tirar fuori le idee dei ragazzi e metterle in pratica. Ovviamente, avendo a che fare con adolescenti, dobbiamo anche essere pronti ad ascoltare i loro problemi e aiutarli a risolverli. Alcuni non hanno avuto una vita facile, ma qui si sentono protetti”.
Libertà, rispetto e creat(t)ività sono le parole d’ordine di questo esperimento unico nel suo genere, almeno a Roma. È bastato poco. “Abbiamo saputo che c’era questo posto, ristrutturato ma inutilizzato - racconta Pino Giordani del Cies - e, forti della nostra esperienza, abbiamo fatto richiesta al I Municipio, che ce l’ha concesso in comodato. Una grande mano ce l’ha data anche la Fondazione Vodafone, che ha finanziato l’acquisto degli arredi e degli strumenti musicali”. Questo avveniva poco più di un anno fa e da allora il centro è cresciuto, reggendosi sulle proprie gambe. Grazie ai progetti del Cies, che cerca di portare questa ricchezza anche al di fuori delle mura del Centro. Organizzando spettacoli teatrali, video e performance in giro per la città. Come l’8 luglio, quando i ragazzi del MaTeMù si esibiranno negli spazi di San Lorenzo in Piazza. Sarà una buona occasione per conoscerli. E magari imparare da loro.

Fonte:paesesera.it

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